sabato 20 marzo 2010

Proposta di approfondimento: IL CONTATTO - di Shakuntala

IL CONTATTO
Importanza della pelle e del tatto

Il tatto, o meglio, il con-tatto, è il senso che dà la vita e l’unico senza il quale moriremmo.

Per capirne il perché è sufficiente osservare il mondo animale, in particolare i mammiferi.
La femmina trascorre i primi mesi dopo il parto a leccare i suoi cuccioli.

Da un lato è una questione igienica, di pulizia e di stimolazione del ricambio del pelo.
Dall’altro è pura sopravvivenza: leccando la pancia provoca l’eliminazione delle feci e delle urine. E’ proprio grazie a questa pratica costante che non esistono cuccioli con le coliche o con la crosta lattea.

In cucciolate molto numerose, l’istinto può portare la madre ad allontanare dal gruppo i più deboli, in modo da riservare le energie per quelli che trasmetteranno il codice genetico più resistente.

Allo stesso modo esclude i piccoli malati: privandoli di contatto, calore e stimolazioni, in poco tempo i cuccioli muoiono.
Quando la mamma si allontana dalla cucciolata, i piccoli ricercano il contatto tra di loro. Lo fanno fin dal primo giorno di vita e, anche con il passare del tempo, questo bisogno non viene mai meno.
Anche l’apertura della relazione, quindi del contatto, con l’uomo ha un ruolo importantissimo per quanto riguarda la socializzazione.

Nel caso in cui siano allontanati troppo presto dalla mamma e dai fratellini, ad esempio per essere affidati ad una nuova persona, i cuccioli possono sviluppare un carattere più asociale, aggressivo, ad essere diffidenti nei confronti degli altri cani e degli esseri umani.

Più i cuccioli hanno la possibilità di trascorrere tempo con i loro simili e con le coccole dell’uomo, più svilupperanno un carattere equilibrato e protettivo nei confronti del loro padrone.

Anche se la cosa può far storcere il naso a molti, ci sono molte similitudini tra ciò che succede tra gli animali e ciò che si realizza nei rapporti umani, dal periodo fetale fino all’età adulta.

Nell’essere umano il contatto è sopravvivenza.

I primi recettori tattili si formano dalla 7° S.d.G., nell’area intorno alla bocca; con il passare delle settimane si estendono al viso, al palmo di mani e piedi e dalla 15° S.d.G. si espandono al resto del corpo.

Quindi, già nelle prime settimane di gravidanza, iniziamo ad avere la percezione di ciò che è nostro da ciò che non lo è, ovvero la prima linea di confine tra Sé/non Sé: «Tutto ciò che si trova all’interno del confine della pelle, in un certo senso, è “me”, mentre tutto ciò che si trova all’esterno di tale confine è “non-me”.» [Ken Wilber – “Oltre i confini”].

Si sviluppano le capacità di ricevere ed elaborare informazioni provenienti dall’esterno: i movimenti degli organi interni della madre, movimenti dovuti allo spostamento del suo corpo in acqua, a piedi, in auto, carezze sulla pancia… sono tutti segnali percepiti in utero e che concorrono al più o meno equilibrato sviluppo del feto.

Inoltre durante il parto le stimolazioni ricevute dalla superficie corporea si moltiplicano e s’intensificano; il graduale passaggio verso l’esterno è la prima vera definizione del confine corporeo. Al di là dei motivi che inducono a praticarlo, è evidente come durante il parto cesareo il passaggio sia molto brusco e pressoché immediato, privando così il neonato di un’esperienza particolare.

Nello specifico, la stretta relazione tra contatto e sopravvivenza si rende evidente grazie alla “Kangaroo Mother Care”, conosciuta anche come “Marsupioterapia” o “contatto pelle-a-pelle tra madre e neonato”.
Tale pratica ha acquisito valenza medica grazie alle ricerche che Nils Bergman, autorità internazionale nel campo della prematurità, ha condotto partendo dal suo lavoro presso la missione di Manawa, nello Zimbabwe, nel 1988.
Lavorando in un piccolo ospedale, senza incubatrici né tecnologie avanzate, si trovò ad affrontare un alto numero di parti prematuri.

Il dottor Bergman riassume così uno dei concetti base della Kangaroo Mother Care: “posto nel corretto habitat (cioè lo stretto contatto con il corpo materno), il neonato attiva in modo fisiologico e ottimale i sistemi neurobiologici legati alla nutrizione e alla crescita, dà avvio all’allattamento al seno ed esprime al massimo il suo potenziale di sviluppo neurale e comportamentale; quando è rimosso dal suo habitat, invece, sono attivati altri schemi neurocomportamentali, legati allo stress, a carattere reattivo e che si esprimono in risposte di allarme e di ritiro energetico.”

Nell’essere umano il contatto è crescita: Ashley Montagu scrive:
“Il toccare è stimato come la madre dei sensi: il senso del tatto è il primo sistema sensorio che è diventato poi funzionale in tutte le specie. Dopo il cervello, la pelle è il più importante e complesso dei sistemi di tutti i nostri organi.”
La mancanza di contatto instaura processi patologici, sia a livello fisico che psicologico, traducendosi in contratture muscolari, posture squilibrate, malattie della pelle.
I blocchi energetici, creatisi con la crescita e con esperienze corporee negative, formeranno una corazza che limiterà la libera espressione dell’individuo.

Come sottolinea anche Leboyer, il contatto, si presenti sotto forma di “coccole”, di carezze o di massaggio, costituisce per l’essere umano un bisogno indispensabile quanto il cibo. Una adeguata esperienza tattile, o la sua mancanza, influisce sullo sviluppo fisico e comportamentale del bambino e produrrà ripercussioni sulla vita adulta.

In quanto Operatrice delle Discipline BioNaturali, ho l’occasione di leggere spesso, nell'atteggiamento corporeo dei miei clienti, i segni di un mancato contatto o di un contatto non rispettoso dei "confini", molto diverso dal “tocco buono” che il genitore utilizza con il suo bambino, per nutrirlo, amarlo e insegnargli ad avere rispetto per se stesso e gli altri;
lavoro in acqua con le coppie in gravidanza, osservando commossa l’emozione che i due futuri genitori manifestano nel sostenersi in acqua calda e nel vivere un’esperienza molto simile a quella del bimbo nel grembo materno; ho molti contatti con neo-genitori, spesso confusi dal bombardamento di informazioni che arrivano da parenti e amici, disorientati e sempre più privati del loro ruolo di “veri esperti” nella comprensione dei messaggi provenienti dai loro figli.

Watsu è un potente strumento di “care” (prendersi cura, molto diverso dal “curare” con scopo “terapeutico”) per gli adulti e per le coppie in dolce attesa: aiuta a ricontattare quel sé profondo, quella purezza e fiducia sconfinata che ogni neonato prova nei confronti di chi l’ha messo al mondo, attraverso un contatto attento e rispettoso dei confini, dei limiti e delle potenzialità di ognuno.

Il massaggio infantile nutre nell’arte di essere genitori, facilita lo scambio di messaggi affettivi, getta le basi e consolida il “bonding”, quel profondo legame di attaccamento necessario alla sopravvivenza e all’armonico sviluppo di ogni essere vivente.

Se vuoi provare l'esperienza del Watsu, visita il sito di Watsu Italia, alla pagina degli operatori, oppure scrivi a info@watsu.it.

Se sei un genitore e vuoi conoscere l’insegnante più vicino a te, oppure sei interessato al corso di formazione per insegnanti di Massaggio Infantile, visita il sito dell’Associazione Italiana Massaggio Infantile


Bibliografia
-Ashley Montagu: Il linguaggio della pelle
-Kangaroo Mother Care:
http://www.kangaroomothercare.com/
-Ken Wilber: Oltre i confini
-Frédérick Leboyer: Per una nascita senza violenza
-Vimala McClure: Massaggio al bambino messaggio d’amore




Un progetto di incontro: Basic Watsu per insegnanti AIMI

I punti di contatto riscontrati quotidianamente nella pratica delle mie due grandi passioni, la pratica del Watsu e l'insegnamento del Massaggio Infantile, mi hanno portato a creare un progetto che mi permettesse di presentare queste due Arti l'una all'altra.

Vimala McClure, la creatrice del Massaggio Infantile, suggerisce alle insegnanti di trovare un mezzo di “nurturing”: noi diamo sostegno e contenimento alle famiglie, ma se non siamo in grado di sostenere e nutrire noi stesse, ben presto esauriremmo ogni energia, smetteremmo di trasmettere amore e ci limiteremmo ad insegnare una tecnica.

Questo nutrimento quotidiano per me arriva dal watsu e, dal momento in cui ne sono diventata anche insegnante, ho pensato di condividerne i principi attraverso la creazione di un Basic Watsu dedicato solo alle insegnanti AIMI.

Così come il genitore contiene il proprio bambino durante il massaggio, noi proveremo l’esperienza di sostenere un’altra persona tra le nostre braccia, all’altezza del cuore, nel “qui e ora”;
così come siamo testimoni della magia della relazione tra genitore e figlio, noi eserciteremo lo sguardo aperto e non giudicante mentre ci osserveremo stare in acqua; così come il neonato si abbandona fiducioso al tocco buono del genitore, noi ci godremo il lusso di ricevere sostegno e contenimento, sostenuti dall’acqua, dal respiro e dai compagni d’acqua.
Dare, ricevere, testimoniare… il tutto nell’abbraccio fluido dell’acqua, in uno scambio continuo di emozioni.

Per informazioni scrivete a Shaky shaky@watsu.it
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