Un articolo di L'Eco di Bergamo di ieri riferisce del caso di una giovane neomamma lavoratrice di Seriate che, mentre stava lavorando in un'azienda di Seriate le 6 ore al giorno con le 2 ore di allattamento, rimase nuovamente incinta.
L'Inps le erogò l'indennità di maternità conteggiandola sulla retribuzione che la lavoratrice percepiva per le 6 ore di lavoro giornaliero effettivo e non per le 8 ore di lavoro che avrebbe dovuto prestare se non fosse stata in periodo di allattamento.
La sentenza in sede di Corte d’Appello di Brescia di qualche settimana fa sancisce che l’indennità spettante per l’allattamento alla lavoratrice madre è da considerarsi in tutto e per tutto come retribuzione.
L'avvocato Loredana Baschenis che per conto della Filcams-Cgil ha seguito la vicenda sottolinea di come la sentenza costituisca "un'importante applicazione del pieno diritto alla tutela della lavoratrice madre".
Per leggere il comunicato della CGIL di Bergamo relativo alla vicenda, CLICCA QUI.
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